Rimane, i giorni successivi e credo per sempre, il senso della Parete. Si sono portati gli sci e qualcosa in più del proprio corpo sulla Est tentandone la salita, da Macugnaga. Una salita Himalayana a tutti gli effetti per grandezza, sviluppo, ambiente glaciale e pericoli oggettivi. La più grande parete delle Alpi. Poi la fatica, la grandiosità della discesa, i seracchi impressionanti sopra di noi, eppure tutto passa rapidamente. Siamo arrivati all’uscita del Canalone Marinelli, circa a 4100mt prima dei lunghi e più facili traversi che conducono verso il colle Gnifetti, distaccati tra noi 4 di 100mt, con Andrea davanti, instancabile o quasi! Io non avevo più un briciolo d'energia ed ero in buona compagnia! Se alla prima sveglia alle 2:30 invece della bufera ci fossero state le stelle, e ancora se alla seconda sveglia, alle 4:00 invece della bufera ci fossero state le stelle, forse saremmo arrivati in cima. Chi lo sa! Ma se alle 6:00, ormai convinti di tornare a casa, alla fine, invece del sole e del cielo blu avesse imperversato la bufera, certamente non avremmo salito il Marinelli. Invece la temperatura bassa, il sole, la voglia di provarci c’hanno permesso di tentare, fino alle 11:00, con condizioni di sicurezza accettabili. Poi abbiamo girato i tacchi, o meglio le punte dei ramponi e poi dei nostri sci verso valle e abbiamo meravigliosamente sciato su questa parete. Davvero era ormai troppo tardi, davvero era troppa la fatica accumulata nella neve fresca, davvero eravamo già stati fin troppo fortunati e, diciamolo, anche bravi. A vedere il libro del gelido e umido bivacco quest’anno siamo stati i primi a tentare la Est del Rosa dal basso, senza l’ausilio dell’elicottero. E mi pare solo in 4 scialpinisti nel 2005. La salita è sempre oggettivamente pericolosa e anche raggiungere il bivacco Marinelli non è proprio una passeggiata. Si parte da Macugnaga e poi al Belvedere (1900mt) si deve attraversare il nostro “Petito Moreno”, il ghiacciaio del Belvedere, per raggiungere l’Alpe Filiar e poi costeggiando il Ghiacciaio della Nordend e lo sperone Marinelli si sale al bivacco sempre con le orecchie tese e l’occhio puntato in alto. Abbiamo scavato con la pala e siamo entrati. Un bivacco esposto e arroccato tra le rocce in uno dei posti più selvaggi e impressionanti delle Alpi. Il giorno dopo poi la parete con il grave ritardo dovuto al maltempo.
La Est del Rosa è così. Non si può pensare di salirci se non la si è desiderata per lungo tempo, se non ci si è qualche volta trovati a sognarne le linee e l’immensità. Ma al di là della fantastica sciata, dei vastissimi panorami, della grande fatica, dei ghiacciai sospesi, delle infinite morene finali, della cordialità della gente di Macugnaga che non so come il giorno della discesa sapeva di noi e ci ha osservati con i binocoli complimentandosi, al di là anche di tutte le grandi emozioni provate rimane indelebile il ricordo di questa Parete con gli sci, rimane proprio la Parete nei miei occhi, vista dalla Milano-Laghi, vista da Macugnaga e vista e vissuta dall’interno. Chi è nato in Valle Anzasca lo sa bene cosa significa La Est del Monte Rosa, impossibile non tornarci. Anche solo per vederla.


Dopo avervi annoiati con le parole passo ai fatti e vi inserisco alcune foto tra le tantissime fatte.

Dal parcheggio di Pecetto di Macugnaga La Est ti solletica subito per una scappatina in bagno…..
Clicca sull'immagine per ingrandirla  Nome:  01 dal parcheggio la est_1.JPG  Visite: 7  Dimensione:  145,9 Kb

Continua sul forum di meteonetwork