Montagna ed Itinerari Alpinistici

Quasi come un pellegrinaggio per il sottoscritto la giornata odierna, 11-02-2007, un commiato all'ultima neve di alta quota che ancora stoicamente resiste alla primavera incipiente, annidandosi nei posti dove il perverso lavorio del vento, delle piogge autunnali di metà gennaio, del sole generoso onnipresente e del mite clima oceanico ad oltranza non sono ancora riusciti a far capitolare definitivamente il manto bianco.
E' stata dura, ho dovuto salire oltre i 2000 metri, raggiungendo la cima dell'ampia ed imponente cresta del Portule, che dall'alto dei suoi 2315 mt. costituisce la terza massima elevazione del vicentino (dietro a cima Dodici 2341 mt, e cima Trentin, 2325). Giornata ancora calda, con la neve in rapida fusione a tutte le quote in tarda mattinata, un ricompattamento nelle ore di pranzo complice l'arrivo di nubi alte stratiformi da NW (quel poco che è riuscito a sfondare del fronte passato a nord delle alpi), e nuova ripresa del processo disgregativo della dama nel pomeriggio, sotto un generoso sole degno di metà aprile. Precipitazioni ovviamente nulle.
La zona dell'escursione è quella dell'altopiano d'Asiago settore nord, la partenza dall'arcinota località di malga Larici, l'occasione è stata un'uscita informale tra amici del CAI di Vicenza, accaniti escursionisti in estate e ciaspolatori in invernale.
Partiamo come i gamberi dalla foto di coda, per un motivo ben preciso. Nella prima immagine del Portule, sotto un cielo primaverile, è visibile gran parte del percorso compiuto. In particolare la salita è avvenuta sul canalino all'estrema sinistra della foto (apprezzabile come zona sgombra di vegetazione, percorso anche sci-alpinistico), quindi si è sviluppato lungo tutte le creste del Portule fino alla bocchetta omonima (fuori campo, sull'estrema destra della foto), dalla quale una strada militare, ancora in ottimo stato di conservazione, riporta, tagliando il ripido pendio occidentale della montagna a mezza costa, fino al punto di partenza.

Lungo il tratto finale della salita, i valloni esposti a settentrione di Cima Trentin risultano coperti da magri spessori nevosi, il vento forte da settentrione di fine gennaio ha spazzato via quel poco di buono che la nevicata dei giorni precedenti era riuscita a portare in alta quota...

L'ultima rampa prima della vetta del Portule, il cielo si fa grigio per il passaggio, a nord delle alpi, di un fronte perturbato atlantico che recherà, purtroppo, effetti nulli sulle nostre zone montane. Anche qui emergono rocce, ciuffi d'erba e lastre di ghiaccio alquanto infide, in un contesto di innevamento sicuramente al di sotto dei livelli di tolleranza.

Il sottoscritto sulla cresta finale sommitale, finalmente su spessori nevosi di una certa consistenza! Wink

Sguardo verso est: cima Trentin, Cima Dodici e tutto l'acrocoro sommitale dell'altopiano d'Asiago, sito a quote comprese tra i 2000 e i 2300 metri. In questa zona, che costituisce uno dei cuori pulsanti dell'ingente serbatoio idrico vicentino, alla fine della stagione invernale si conta, con accumuli variabili a seconda delle zone, uno spessore nevoso tra i 10 cm e il metro, qualcosa di più nelle zone infossate. I mughi che emergono ovunque, le rocce sporgenti e la perfetta definizione della morfologia del territorio tradiscono appieno la situazione attuale.

In vetta -8,5 °, almeno si respira, senza vento e con il vestiario invernale si può mangiare senza problemi. 

Sguardo verso ovest, con il crinale di cima Larici, cima Manderiolo e cima Vezzena che separano i prativi pianori del Vezzena dal profondo solco della Valsugana. Più in là il massiccio della Vigolana e le cime trentine del gruppo Adamello-Brenta.

Uno scatto zoomato dell'Adamello (con il Carè Alto celato da una nuvoletta), mentre a destra si erge il fiabesco profilo dolomitico del Brenta. I ghiacciai sembrano belli gonfi, ma il manto che li ricopre manca totalmente del prezioso accumulo autunnale.

                                                                                                           Wetter Sergy ( forum Meteo 4) 

Carissimi amanti della montagna,
posto qui in seguito alcune foto dell'escursione domenicale che, complice la splendida giornata post transito del sistema frontale freddo, ha reso veramente speciale la montagna nelle calde vesti colorate dell'autunno.
La meta della gita, alla quale ha partecipato un agguerrito gruppetto di incalliti camminatori del CAI di Vicenza (Fabio, Lisa, Elisa e Laura, oltre al sottoscritto), è stata la cresta del Cimon di Rava, nel gruppo di Cima d'Asta, che non va confuso con quello adiaciente del Lagorai, in quanto morfologicamente distinto e geologicamente diverso. Nell'area di Cima d'Asta dominano infatti incontrastate rocce metamorfiche di tipo granitico, mentre il cuore del Lagorai è costituito da rocce Porfidiche originate dal riempimento con lave vulcaniche in ere geologiche remote della caldera bolzanina. Il Gruppo di Cima d'Asta è nettamente separato dal resto dei Lagorai per mezzo delle profonde incisioni della Val Caoria a est-NE e della Val Calamento ad Ovest, mentre a nord il passo Cinque Croci, con i suoi 2015 mt, costituisce il punto di giunzione tra le due vallate e il punto nodale di contatto tra le due catene montuose. A sud, ovviamente, c'è la Valsugana, dove scorre placido il fiume Brenta, in un ridente paesaggio fatto di frutteti, coltivazioni di frutti di bosco, campi di mais, patate e splendidi boschi, oltre agli ordinati e pulitissimi villaggi trentini.
Una nota sul tempo, come detto splendido, ideale per portare a termine un'escursione che si snodava tra i 1290 del rif. Spiado (sopra Bieno) e i 2400 metri circa della forzelòn di Rava. Lungo in versante sud, infatti, abbiamo potuto godere appieno del generoso soleggiamento novembrino, nè troppo forte nè troppo debole, grazie all'atmosfera tersa e nitida. Solo sulla cresta di Rava, che si dipana lungo un percorso della prima guerra mondiale in trincea praticamente intatto, abbiamo assaporato il freddo vento proveniente dal nord, che soffiava rabbioso sulle cime.
Ma bando alle ciance e spazio alle foto!

  

Parto da una delle ultime, ma significativa perchè ritrae la cresta nella sua intera estensione, con i principali punti nodali : si sale dal pendio più lontano, nel lato sinistro orografico del monte, si prosegue sul crinale fino al Frate, un curioso monolito di roccia che assume veramente la forma di Vescovo, e si continua lungo strette trincee in posizione area e panoramica fino ai piedi del Cimon di Rava, la cima più alta che si ammira nella foto. Alla sinistra di questa di trova il forzelòn di Rava, dal quale si può scendere verso valle oppure proseguire (come abbiam fattom un pò garibaldinamente noi) lungo la scabra ed ostica Corona di Rava, dove il sentiero era franato ed abbiamo dovuto improvvisare una discesa di fortuna lungo ripidi pendii di erba secca ed irsuta, e curiosi depositi di lapilli e ceneri di chiara origine vulcanica.
Ed ora ritorniamo a mostrare le foto in ordine cronologico.

Dopo circa un'ora di cammino, una finestra sull'Alta Valsugana e Cima Dodici, massima elevazione del vicentino. Da notare la foschia da inversione a valle, e i colori dei larici, stupendi...

 

Verso sud est si erge la cupola del Grappa, nella bruma la Valsugana e in fondo il fronte che, valicate le Alpi senza colpo ferire sul lato italiano, scappa veloce verso SE

In cammino lungo le straordinarie vestigia della Grande Guerra, che qui in Lagorai sono particolarmente numerose e ben conservate. Pare proprio di camminare lungo una strada romana....

Inizia la cresta di Rava, e la vicinissima Cima D'Asta, con la sua granitica parete sud, ci farà da compagna lungo tutto il cammino.

Sotto al Frate, vi faccio notare la differenza di dimensioni tra il gigante di roccia e l'omino sulla sx..Smile

Verso Ovest lo sguardo arriva al Gruppo di Brenta e all'Adamello...ghiacciai in stato penoso, nessuna traccia di neve fresca ovviamente....

Le aguzze creste della Corona di Rava..

Il lago grande, il più esteso della numerosa gamma di laghetti alpini che si incontrano a tali quote. Dopo la botta di gelo dei primi giorni di novembre, la superficie risulta parzialmente ghiacciata, come quella delle cascate che immettono acqua nel bacino...tuttavia il ciclo dell'acqua non si è ancora fermato, con somma soddisfazione del sottoscritto che, assetato dall'aria fredda e secca, si è fatto una bella bevuta di ottima acqua di lago alpino! Tongue out

Il luogo dell'approvigionamento idrico...inutile dire che non c'era bisogno di borsette frigo per garantire la freschezza del prodotto!Wink

I curiosi resti di opere di dissodamento d'alpeggio presso malga Ravetta...molte le assonanze con la costruzione nuragica sarda.

Ed infine, un tocco di magia autunnale per chiudere degnamente un'ottima domenica...

                                                                                                                   Wetter Sergy (Forum Meteo4)
 

 

 

Dopo un estate d'inattività sono riuscito a passare una splendida giornata immerso nel mio splendido Lagorai

Ciao a tutti!
Posto qui le foto dell'escursione effettuata domenica 08 ottobre 2006, con i mitici Fabio, Lisa, Roberto e Claudio, amici del CAI di Vicenza, che ha avuto come meta la cima Sat, sopra Riva del Garda, raggiunta attraverso l'aerea via ferrata dell'Amicizia.
 

Carissimi appassionati di montagna,
Pongo alla vostra cortese attenzione alcune foto di interesse meteorologico riguardanti le recenti vacanze estive di agosto 2006, trascorse dal 06-08-2006 fino al 10-08-2006 nella ridente vallata austriaca della Oetztal (Tirolo del Nord), raggiungibile comodamente dall’Italia via Merano, Val Passiria e Passo del Rombo, mentre dall’11-08-2006 al 21-08-2006 le foto ritraggono alcune interessanti panoramiche della Val Badia.
Buona visione!
 

Ciao,

gli scorsi due week-end ho avuto il piacere di trascorrere con Anna un po di relax in quel di Carezza, il primo week-end un po' incerto il secondo (1-2 luglio) molto più soleggiato.

Ecco alcuni panorami.
Naturalmente le foto non valgono quel che si può "sentire" ad occhio nudo!

Catinaccio:
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Ancora Catinaccio (Rosengarten)
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Lago di carezza:
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Ancora il Lago:
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Latemar:
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Ancora Latemar:
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Sempre Latemar:
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Ciao,
Paolo.
Come promesso ad ale, eccomi qui.

Partecipanti: io, Ale, Ricky Neue.
Tempo: bello bello!
Difficoltà: ridotte al minimo.
Condizioni del canale: ottime.
Compagnia: ottima

Bella, splendida mattinata. Dedicata alla nostra tanto cara Dama!!

Foto1: Cima di Gane e 3 Apostoli impreziositi dai colori dell'alba.
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Foto2: Verso Molare e Pala dei 3 Compagni, con un trifoglio di contrails dilatantesi nel cielo
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Foto3: Ricky Neue osserva con dovuto timore il blocco nevoso del Vajo, dopo essersi appena accorto di aver lasciato a casa la picca. Picca che avrà in prestito da 2 gentili e simpatici ragazzi di Verona partiti poco dopo di noi.
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Foto4: Ale si sistema un rampone, accanto ad una minacciosa crepaccia.
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Foto5: l'indistruttibile Ale, con la tipica posizione piegata del caschetto!!
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Foto6: Ricky Neue ed Ale dettano il ritmo, su in alto dietro i 2 veronesi arranca il sottoscritto con l'immancabile digitale costantemente in mano!
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Foto7: eccomi, ripreso dal buon Ricky Neue.
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Foto8: i due veronesi ed Ale, nel nevaietto finale.
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Foto9: un classico del Carega, il Vajo dei Colori dall'alto.
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Foto10: Ricky Neue, io ed Ale.
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Foto11: un classico della montagna, il rientro in auto!!
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Ciao!!
Davide V