Montagna ed Itinerari Alpinistici

Vi posto alcune foto di Chamonix. Poche a dir la verità. Molte sono analogiche e inoltre mancano tutte quelle d’arrampicata al Triolet.

Salve a tutti!!

Nn ci sono parole per descrivere la frizzante esperienza vissuta dal sottoscritto, assieme ad altri 3 amici, Franz, Paglia e Catena, fra le viscere dell'insidioso monte di cui all'oggetto.
Esperienza ora passibile di descrizione, per onesta fortuna, e poco stimolante a potenziali ripetizioni.

Ho deciso di inserire tale report nella stanza dedita alla "galleria fotografica", pur essendo dotato di una sola foto; ma valga questa foto, scattata la sera del 17-08-2005, per le equivalenti 100 che magari si potevano inserire... ove in ritratto si espone una Croda dei Toni letteralmente infuocata e fumante, in guisa di un evidentissimo allarme da interpretare per il successivo giorno...

Vai di report. Al buio fitto del Rif Pian di Cengia partiamo assieme ad una cordata composta da 3 Veneziani, tali Marco, Claudio e Giovanni, che come noi nutrono mire conquistatorie nei riguardi di questa nota e famigerata Croda.
Le prime, nebbiose, luci dell'alba ci vedono all'attacco della cengetta iniziale che ben presto ci porterà in parete.
Come itinerario abbiamo previsto la salita per la Via Normale e la discesa per la piu' diretta variante Drash, accanto al gran canalone ghiacciato.
"Velocità" é la parola d'ordine, dato il bollettino Arpav del giorno precedente che evidenzia, tra pomeriggio e sera del 18 Agosto, "la possibilità di rovesci e temporali causati da un flusso umido da SW per l'avvicinarsi di una saccatura Nord-Atlantica".
A parte un traverso di una decina di metri ove il sottoscritto chiede l'assicurazione cn la corda (7° tiro ufficiale), procediamo free per i primi 10 tiri di corda; sui successivi 7 tiri, maggiormente impegnativi, procediamo rigorosamente in cordata.
Proprio su tale tratto, assai complesso, labirintico e a tratti friabile, i tempi di salita subiscono una discreta dilatazione, tanto che tra le 13 e le 13.30 usciamo in vetta. Ovvero troppo tardi relativamente all'inferno che poco dopo ci accoglierà.
Intanto la cordata veneziana, attardatasi maggiormente all'uscita del cengione collare, e viste le condizioni meteorologiche rapidamente peggiorate, preferisce non guadagnare la vetta e comincia ad attrezzare le doppie in discesa.

Foto di rito e strette di mano in vetta, in un clima di giusta allegria... ma tra i potenti squarci che i torreggianti cumuli ancora concedono il sottoscritto nota troppa condensa ghiacciata per mantenere ancora un responso meteo positivo...
"adesso é l'ora di portare a casa la pelle", sentenzia il Catena ... "ma cosa ci può capitare di tanto brutto?" penso dentro di me ...
Man mano che procediamo a ritroso verso Forcella Alta mi sento sempre più leggero, fatico a dare significato ad ogni mio passo.
Cadono le prime gocce di pioggia, s'odono tosti i primi brontolii temporaleschi.
Stiamo andando incontro all'inferno, a volte non ce ne rendiamo conto, a volte ce ne rendiamo conto fin troppo.
Attrezziamo la prima doppia sulla Drash ... e cala il buio.

Scopro oggi che nn ha senso descrivere, in tal sede, lo sconquassante rumore dei fulmini, il vento, la piccola ma abbondante grandine, le fragorose scariche di grosse pietre, ... il freddo... ma si, probabilmente piu' in alto é neve certa ... le soste sotto abbondanti cascate di acqua e grandine e queste dannate corde inzuppate d'acqua... la parete completamente bianca e ghiacciata... Un film già visto, no?
Ora ci sono dentro fino al collo, maledizione!!!
Cavoli, le corde emettono pure scariche elettriche... e questi strani brusii, come una flotta di aerei invisibile che ti vola attorno ... mio Dio, le correnti parassite del temporale!!
Non escludo che un fulmine possa prendermi in pieno, d'altro canto siamo sempre più esposti in parete... non pensarci, Davide, quando é il tuo turno scendi...
Pian piano il temporale s'allontana, ma la pioggia continua: in fondo alla parete i prati sono ben imbiancati fino a 2300-2400 m, il freddo mi pare sempre più intenso.
Usciamo dalla variante Drash sotto una precipitazione oramai indebolita, ma sembra che un nuovo temporale voglia interessarci ... fortuna che il peggio sembra passato ... siamo sulla bianca cengia mediana, ancora tre calate e poi... i meritati e ghiacciati prati!!!
Poco sotto di noi i veneziani cercano senza successo un chiodo di calata; si trovano presso la confluenza del gran canalone ghiacciato e del canale SE, le scariche di blocchi sono tutte per loro!!
In piena condizione di pericolo non ci pensano due volte e chiamano al Rif Carducci. In poco tempo un elicottero svolazza sopra le nostre teste e trasferisce i veneziani al Rif Comici.
Io intanto lotto con la mia corda nella fase di recupero, all'ultima calata della Drash... é una corda pesante, inzuppata... la fessura é li, pronta per mangiarmela... ha fame, maledetta fessura!!!!! Ingorda di una fessura!!!!
Vabbé... dopo quasi 10 anni di onorato servizio mi tocca lasciarla all'Alpe... addio vecchia gloriosa corda!!!
Il buon Paglia mi sostiene nel dramma e con adeguato coltello ne provvede al recupero di circa 15 m. In breve siamo riuniti in un terrazzino nella parte inferiore della cengia mediana.
Pur di fronte alle negazioni del Franz l'elicottero cala una guida nelle nostre vicinanze. Tale Helmut, un simpaticissimo giovanotto del luogo, procede rapidamente nelle operazioni propedeutiche al trasporto in elicottero, dentro il quale, in poco tempo, io ed il Catena veniamo sistemati.
Durante il breve viaggio ci informano che, in questi burrascosi frangenti, qualcuno é stato meno fortunato di noi... e ritorna il gelo nel nostro già martoriato animo...

Giunti al Rif Comici notiamo che l'elicottero non ripartirà più: ora in parete é nebbia fitta, l'intervento sarebbe troppo pericoloso.
Con il buon Helmut, comunque, il rientro del Franz e del Paglia non può che avvenire in sicurezza. Sotto una moderata pioggia io ed il Catena risaliamo al Pian di Cengia; poco dopo giungono al rifugio anche il Franz ed il Paglia, in compagnia dei Rogger padre e figlio (gestori del rifugio), andati loro incontro.
Il calore della serata in rifugio (e che rifugio, signori miei!! un vero rifugio alpino come pochi!!) ci ha fatto sentire tutti come in una grande famiglia, le birre, le pastasciutte ed i canederli fumanti hanno contribuito non poco a demolire tutti gli aspetti negativi di questa spigolosa avventura!!

Pur senza dimenticare gli indelebili insegnamenti che dall'avventura stessa abbiamo potuto trarre per il futuro.

Ecco le foto































Ciao a tutti!!
Davide V

Prosegue indisturbata la Collezione Estate 2005 dei 4000 alpini. In passerella le solite Locomotive Venete (Ale Dave e Marta) sotto la pregevole regia degli stilisti Franz, Paglia, Catena e Farina. Piu' che l'attenzione nei riguardi del soggetto Weissmies (salita cresta SE, discesa su normale da N, ottime condizioni, terreno assai vario ma abb semplice da affrontare) ha svolto il ruolo di assoluta protagonista l'allegria dell'intera comitiva, in un denso minestrone di battute, grasse risate e teatrini dall'indubbia comicità. Un w-end da fissare in modo indelebile nell'album dei ricordi: emozioni difficilmente riassumibili in un semplice commento, ma ben salde nell'indistruttibile archivio della mia testa. Tanto basta, e parlino le seguenti foto.

   Weissmies cresta SE Davide Rosa all'opera!!!
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 E ora Alessandro Azzini!!   
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   Meteo4 in quota  Il versante N di discesa del Weissmies
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Davide Rosa

Sabato e Domenica sono stato in Marmolada. Domenica ho salito la parete Nord fino a Punta Penia mentre altri amici la Via dei Finanzieri sotto Punta Rocca.




Verso La Marmolada

Ieri mattina respiravano la fantastica glaciale arietta della vetta del Gran Paradiso, a 2-3 gradi sotto lo zero. Complimenti vivissimi a chi, in quel momento, boccheggiava cercando affannosamente ossigeno nel marciume del pentolone padano. Ieri mattina... si... mi é vagamente sembrato di resuscitare.













Davide Rosa

Ragazzi, vi allego il  racconto sull'avventura compiuta Sabato e Domenica. Spero sia di vostro gradimento, non capita spesso di raggiungere la vetta dell'Ortles in sci.

Allego anche qualche foto pur se la giornata pessima non ha permesso di poterne fare di spettacolari.