Ognuno ha le proprie passioni che spesso sono innate e dagli altri non vengono capite, ecco perciò che quando sentiamo qualcuno dire che ha speso svariate centinaia di euro per una cosa che a noi non interessa più di tanto, lo prendiamo per matto: questo è quello che succede a noi meteofili quando spendiamo 1000 euro per una stazione meteorologica. 

Ma al di fuori di quella che è la soddisfazione personale a cosa serve avere una stazione meteorologica a livello amatoriale? Innanzitutto sfatiamo il falso mito che questa serva a fare previsione del tempo, tale strumentazione serve a fare rilevazione di dati : questi potranno essere condivisi in tempo reale sul web e potranno essere archiviati in un database

Ma come si fa a condividere i dati? La strumentazione posizionata all'esterno trasmette ad una consolle collocata in casa, quest'ultima viene collegata ad un computer nel quale è installato un programma che elabora e spedisce i vari dati meteo nel web attraverso un modem.

I dati possono finire in un sito personale oppure possono venire condivisi con quelli di altre stazioni meteorologiche, ecco perciò che la passione di diverse persone diventa a tutti gli effetti un bene pubblico, i dati infatti sono di libera consultazione, chiunque si colleghi a determinati siti può sapere subito quali sono i parametri principali dell'atmosfera in quel momento in svariati luoghi della regione, della nazione o addirittura del mondo. Qui il mio pensiero va all'alluvione di Genova di poco più di un mese fa: il primo dato della pioggia caduta ad uscire nei telegiornali è stato quello di una stazione amatoriale.

Qualche paragrafo fa menzionavo l'archiviazione dati, anche questa può essere fatta in un sito personale oppure venire condivisa in pubblico, ci sono siti che sono attivi già da 6-7 anni e perciò esiste per alcune stazioni un database già ben fornito. Quotidianamente si possono confrontare i dati riassuntivi delle stazioni del giorno precedente, oppure di una particolare data o di un mese o una stagione specifica. Si può andare alla ricerca dei dati di un particolare periodo di ogni singola stazione.

Il futuro?

Le tecnologie a disposizione dovrebbe avere ulteriori miglioramenti e perciò il meteofilo che vorrà fare campionamento dati avrà sempre meno difficoltà a svolgere il proprio compito.

Col passare del tempo poi i vari database si ingrandiranno sempre di più e si potranno studiare le fluttuazioni microclimatiche di un luogo o quelle climatiche della regione relative ad un decennio, ventennio e così via.