Insolito panorama nelle campagne tra Saletto e Ospedaletto Euganeo (PD)

Durante l’alluvione che ha colpito le zone  meridionali della provincia di Padova molta gente che ho incontrato per strada mi ha detto “ma Siro, non mi sembrava fosse venuta questa gran pioggia” : questo articolo vuole dare un chiarimento sul perché il rischio alluvioni in queste zone non dipende dalla pluviometria di questo territorio.


Per motivi dovuti alla disposizione delle figure bariche e di conseguenza di una perturbazione il Veneto meridionale vede pochissime piogge, non è raro vedere una classifica pluviometrica giornaliera dove le stazioni del Polesine e del Basso Padovano hanno accumulato meno di 10 mm di pioggia, mentre nelle zone di alta pianura vicine alle Prealpi si toccano punte superiori ai 50 mm.

Nella fascia prealpina poi, per motivi di collocazione oro-geografica rispetto alle correnti attivate dal minimo depressionario, vanno ad impattare le perturbazioni che scaricano piogge che possono superare i 200 mm giornalieri: ecco che è proprio nelle zone montuose che il rischio alluvione per la bassa pianura prende forma.

I millimetri di pioggia registrati tradotti sono nient’altro che “litri per metro quadro”, perciò fate un po’ il calcolo voi: se cadono 500 mm di pioggia in 48 ore, in un bacino idrografico di 1000 km quadrati, quanti metri cubi andranno a ingrossare i fiumi che scendono a valle? Il conto risulterà ben alto.

“Siro, ma l’Adige e il Po non mi sembrano molto alti” Altra domanda frequente, la risposta è: ogni fiume si ingrossa se la forte pluviometria colpisce il proprio bacino idrografico, forti pluviometrie in Veneto non sono di certo responsabili di un ingrossamento del fiume Po, al limite costituiscono un aiuto.

Al contrario invece una pluviometria ridotta a Porto Tolle non è sufficiente a scongiurare un rischio alluvione se nel Canavese  o nelle alpi piemontesi in genere sono caduti 700 mm di pioggia in 72 ore.

Nel rischio di un’alluvione a mio parere poi vanno anche ad influire le pluviometrie annuali, perciò se nel corso di un determinato anno si sono avute piogge anche solo di poco superiori alla media e di conseguenza i fiumi stanno già godendo di un buon livello d’acqua, sarà sicuramente più facile raggiungere la soglia di allarme.

Altro fattore importante è sicuramente il fattore scirocco: quando la circolazione dei venti in una perturbazione prevede il vento di scirocco nell’alto Adriatico succede che il mare diventa meno ricettivo nei confronti dei fiumi che scaricano nel mare.

Nel caso poi l’argine di un fiume possa scoppiare una buona mano viene data da tutti quegli animali che sono esperti in costruzioni di tane-gallerie. L’acqua si infiltra attraverso le tane degli animali nel cuore dell’argine rendendolo fragile di fronte all’irruenza dell’acqua.