Prima uscita ufficiosa domenica 9 aprile 2006 con il corso di Escursionismo avanzato E2 del CAI di Vicenza, posto un po’ di foto che ho scattato, per rendervi partecipi della bellezza dei Colli Berici in questo periodo dell’anno, nonché per fare invidia a quello sborone di Fabio Zampe, che crede di spopolare impunemente sulla scena dei reportage di montagna tongue.gif laugh.gif tongue.gif !
Inizia ad affilare le armi, che nei prossimi mesi le indomabili truppe guidate dal Generalissimo Salterini inizieranno a farti una concorrenza spietata, a tutto campo devil2.gif angioletto1.gif !!!!
Il teatro della prima escursione, giusto per fare un po’ di gamba, come ho anticipato, non sono stati strabilianti itinerari di alta quota, bensì le innocue, a prima vista, colline che circondano Lumignano, ridente paesello posto ai piedi del rift sud-orientale dei Monti Berici. Già, parlo di rift, perché trattasi proprio di ciò che rimane di una barriera corallina tropicale, sedimentatasi strato su strato in tali zone durante l’era terziaria, che crea questo paesaggio rupestre, fatto di rupi, scaranti, covoli, nei quali l’acqua, erodendo la roccia calcarea, si è divertita a plasmare, modellare, disfare e ricreare con molta fantasia. Mettiamoci pure la rigogliosa natura locale, in piena fioritura primaverile, capace di alternare, nei versanti a solatio vegetazione termofila mediterranea, e nei versanti a tramontana relitti dell’ultima glaciazione Wurmiana (15000-10000 anni or sono), per completare un quadro assai accattivante.
Bando alle ciance, spazio alle immagini

Veduta di Lumignano bassa e della campagna adiacente dalle rupi del Brojon, importante sito archeologico per le ricerche sui primitivi insediamenti umani in Veneto (chissà se anche il buon Marco Camera ha smanettato con badila e pennello in quei covoli…)
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Interessante passaggio in ferrata su una stretta cengia tra le rupi stesse, vietata agli spilungoni, il soffitto non sarà stato alto più di 50-60 cm (ps: per rispetto della privacy, ho dovuto un po’ tagliare la foto per far sparire facce di persone)
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La rupe del Monte della Croce, con il sottostante Eremo di San Cassiano, un’oasi di pace e tranquillità a mezz’ora di macchina da Vicenza e 30 minuti di volenterosa camminata in salita.
Anche le cavità attorno all’eremo sono state oggetto di intensi studi paleontologici, con rinvenimento di ossa fossili di animali tipici di climi freddi (come l’Orso delle Caverne).
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Un altro passaggino piccante sul Brojon, vi posso assicurare che infilare il piede in quella staffa mobile e tirarsi sulla paretina di roccia è un po’ come montare in groppa a cavallo, senza l’ausilio della sella.
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Continua.......... Un bel balcone fiorito dal quale ammirare, durante il pranzo, la ridente vallata di Lumignano. Sulla sinistra le pareti della palestra di roccia del Monte della Croce.
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Un endemismo floreale che cresce solo sui nostri Colli: la Sassifraga dei Berici, pianta adattata ai climi freddi, relitto dell’ultima era glaciale. Vegeta nelle pareti rivolte a nord, umide e dove il sole non batte nemmeno d’estate. Ovviamente, data la sua particolarità, il fiore è super protetto.
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Quando la potenza della natura è in grado di spaccare la roccia….senza parole!
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La grande fioritura dei ciliegi nel fondovalle di Lumignano….appuntamento fra un mesetto e mezzo per la raccolta (abusiva) dei gustosi frutti. Occhio a forconi ed archibugi però…..
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Alcune belle concrezioni calcaree nella grotta del Ponte, una delle tante cavità carsiche che abbiamo esplorato nella nostra escursione domenicale.
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Alla prossima!!! salut.gif

Nichele Sergio