Ebbene sì, parliamo ancora una volta di quel terribile ventaccio che tanto secco porta da noi mentre tanta neve dona ai cugini micetti.
Questa volta parliamo di una sua possibile distinzione, tra NE di massa d'aria molto umida e di NE di estrazione secca semi continentale, cercando di capire come in realtà esso produca effetti diversi, termicamente parlando, sulla nostra provincia e nel Vicentino.
Ci sono infatti forti segnali che mostrano come un vento da NE molto carico d'umidità, tipico delle situazioni cicloniche e perturbate, produca un riscaldamento molto maggiore sul Veronese che un corrispondente vento, uguale in modulo ed in direzione, secco.
Per esempio una Bora secca o "chiara" produce un gradiente termico tra la pedemontana vicentina e quella veronese molto minore di quella "scura" o umida che dir si voglia.

Questo perchè l'ascesa forzata sul lato sopra vento dei Berici+Lessini più Carega, di una massa d'aria molto umida,vittima di un limite di condensazione molto basso, libera, con la trasformazione in calore, un'enorme quantità di energia.
Se prendiamo infatti due identiche masse d'aria in ascesa forzata orografica, una molto umida ed una molto secca, a parità di quota "H" raggiunta la massa d'aria umida sarà molto più calda ( ascesa lungo un adiabatica satura ) e con velocità verticali maggiori stante la trasformazione in calore, anzi energia termica, dell'umidità.

"De facto" le micro-goccioline di vapore ( sarebbe più giusto parlare di molecole di acqua) devono passare da uno stato assai caotico, quello gassoso, a quello maggiormente ordinato, liquido, per farlo devono cedere all'esterno molta energia cinetica e dunque producono un riscaldamento.

Questo a livello previsionale si sviluppa nella differenza che intercorre, come già detto in precedenza, tra Bora Chiara e Bora Scura ma anche, forse più interessante, in quella che può avere luogo, nel corso di una nevicata, tra aria di estrazione Friulana, e masse in movimento iniziale dall'alto Adriatico.
Nel secondo caso l'effetto per noi è doppiamente pernicioso in quanto ad un maggiore contenuto d'umidità proveniente dal mare si associano valori termici di partenza leggermente più elevati.

Una piccola parte può essere giocata anche dall'intensità del gradiente termico che viene ad intercorrere tra il suolo e i 1500m circa del lato sopra vento, questo perchè un raffreddamento molto spinto della colonna d'aria in ascesa può abbassare ulteriormente il limite di condensazione, grarantendo una maggiore "efficacia "delle precipitazioni sul lato di salita ed una maggiore secchezza sul lato sottovento.
Questo punto viene però ad essere molto ridimensionato procedendo con le precipitazioni in quento il grande calore latente liberato dal valore raddolcisce in parte il gradiente.

Raggiunto poi il top dell'ostacolo orografico l'aria inizia a ridiscendere in modo turbinoso e vorticoso, non linearità tipica dei venti di caduta, in questo caso seguendo un adiabatica secca dunque in modo molto efficente, almeno dopo il tempo necessario affinche la colonna d'aria sottovento si sia del tutto seccata.
Nella caduta al riscaldamento per compressione si associa, importante, quello per attrito con il suolo, riscaldamento che diviene sempre più importante in funzione della velocità.

Ecco qualche mappa della Bora chiara di ieri:

Gradiente termico tra Verona/Vicenza molto debole..
        
  

 Spero vi ricordiate un pò di mappe del NE della passata nevicata, con quell'incredibile gradiente  termico tra Verona e Vicenza.

                                                                                                            Simone Vesentini